Salvini rilancia sicurezza, Conte: io non commissariato

28 mag 2019
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In silenzio fino ad ora, dopo le elezioni europee, il Presidente del Consiglio, Conte, da Bruxelles dice comunque poco, per assicurare che non si sente commissariato da Salvini e per far capire che, visto che non si discute ancora neanche di manovra, di flat tax non si è ancora parlato. Fa parte sempre delle forze che sostengono il mio Governo, quindi perché mi dovrei sentire commissariato? Innanzitutto non abbiamo ancora iniziato a discutere di manovra economica e non abbiamo ancora iniziato a discutere di riforma fiscale. Quindi fatemi adesso riprendere dopo la competizione elettorale nelle fila anche del dialogo con gli esponenti delle forze di maggioranza, e inizieremo tutti i dossier a esaminarli con calma. Però quello del fisco da riformare è uno dei capitoli segnalati come urgenti da Salvini che, per quanto ribadisca che Conte ha la sua piena fiducia e che lui non si permette certo di commissariare nessuno, l'unica condizione è che si mantengano gli impegni, ha la sua linea di priorità. Se la Lega è primo partito a Lampedusa, a Riace, a San Ferdinando, le patrie del modello di iper accoglienza della Sinistra e i cittadini premiano la Lega vuol dire che accogliere sì, ma con limiti, regole, ordine, rispetto. E poi il tema fiscale: la flat tax è nel contratto di Governo, ridurre le tasse alle imprese e alle famiglie è la prima cosa da fare in assoluto. Un budget di circa 30 miliardi di euro. Prevengono la domanda “da dove prendo i soldi”: dal fatto che, se la gente lavora, paga le tasse e lo Stato incassa. Anche il mettere da parte le insistite richieste di dimissioni del Sottosegretario Rixi è una delle cose che la Lega si aspetterebbe dai Cinque Stelle. Giovedì è attesa la sentenza sul caso delle cosiddette spese pazze nella Regione Liguria, che lo vede coinvolto con l'accusa di peculato, e Salvini taglia corto, senza rinunciare a una stoccata agli alleati di Governo. Capisco il travaglio in casa altrui, ma non commento; assoluzioni e condanne fin quando non ci sono. E se dentro la maggioranza ancora si respira un clima di questo genere, non va meglio all'interno di un partito uscito piuttosto provato dalle europee, come Forza Italia. Il Governatore della Liguria, Toti, alza la voce, che mette in discussione la leadership di Berlusconi e parla di un nuovo partito da lanciare. E Berlusconi lo gela: chi esce da Forza Italia si condanna all'invisibilità.

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