Fumo negli occhi. Queste sono le parole della Meloni sulla sanità per una opposizione che, a cominciare dal PD, denuncia da tempo i tagli al servizio sanitario. Durissima Elly Schlein: Giorgia Meloni continua a prendere in giro le persone. Dire che la sanità è una priorità, ma che l'impegno non si misura sui soldi messi a disposizione, è la beffa dopo il danno. "Il Governo Meloni taglia di 2 miliardi la sanità pubblica, mentre 4 milioni di italiani non riescono a curarsi per le liste d'attesa troppo lunghe. Vogliono privatizzare la sanità, sono passati da prima agli italiani, a prima chi può permetterselo". I tagli alla sanità hanno anche un impatto diretto sul portafoglio delle persone. I tempi per per un esame, a causa dei tagli, si allungano. E allora, si ricorre alla sanità privata che ha un costo sicuramente superiore alla sanità pubblica, e i soldi in più che si spendono per curarsi privatamente sono soldi in meno nel bilancio complessivo degli individui. Un effetto valanga talmente preoccupante che secondo Italia Viva la situazione rischia di esplodere. La presidente di Azione Mara Carfagna inverte i fattori. Prima devono esserci le risorse e poi si controlla se siano state spese bene. Per Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, ciò che è veramente miope è trascurare i problemi dei cittadini. Il mio governo continua, era arrivato a superare quota 7% del PIL di investimenti in sanità anche dopo il picco pandemico. Ora, conclude, tocca a Fratelli dei tagli di Meloni sforbiciare sulla sanità. Il clima rimane incandescente anche sul dossier migranti. Caustico Matteo Renzi. Sull'immigrazione, Meloni chieda scusa agli italiani, ci ha preso in giro. E faccia un giro in Europa perché quelli che contestano l'Italia sono Orban e la Polonia. Intanto, i 5 Stelle chiedono che la Meloni chiarisca in Parlamento la posizione che l'Italia terrà al vertice di Granada, dove si discuterà il tema della gestione dei flussi migratori. Sulla vicenda, interviene anche l'Associazione Nazionale Magistrati per sottolineare come le dichiarazioni del Governo minino l'indipendenza dei giudici, esprimendo nel contempo solidarietà al magistrato di Catania. Il guardasigilli Carlo Nordio però conferma: ho letto l'atto, si può impugnare. La volontà del Governo sembra quella di portare lo scontro in Cassazione.