E' nella romana Piazza del Popolo il primo grande appuntamento sindacale dal giorno del giuramento del Governo Meloni. La Corte dei Conti ha infatti dato il via libera alla firma del contratto collettivo del personale non medico del Servizio Sanitario Nazionale, circa 550000 operatori del settore, ma non basta l'attesa ad allontanare i timori dei lavoratori della sanità, un tema primario per un Paese che arranca ad uscire dalla pandemia ed un appuntamento che parte da un presupposto allarmante negli ultimi 10 anni, Covid Compreso, i tagli alla sanità hanno superato quota 35 miliardi di euro. "Bisogna svoltare, assumere nuovo personale, stabilizzare il precariato, rafforzare le risorse del Fondo Sanitario Nazionale, rinnovare i contratti e mettere in campo un potente investimento sulla medicina territoriale di prossimità". Mancano almeno 70mila infermieri, 30 mila medici, 100 mila posti letto, con tanti piccoli ospedali che restano chiusi proprio per assenza di personale qualificato ma non solo, per il Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini, un Governo che parla di aumentare a 10 mila euro il tetto del contante, dovrebbe prima pensare a quegli italiani che 10 mila euro non li vedono in un anno, come molti precari della sanità. "C'è bisogno di prevedere un aumento della spesa pubblica proprio per le assunzioni, abbiamo bisogno di più medici, di più infermieri, abbiamo bisogno anche di una qualità molto più forte dei servizi che vengono dati. C'è un sistema di appalti di subappalti, di sotto appalti di finte cooperative che in realtà abbassa i diritti di chi lavora e riduce anche la qualità del servizio che viene dato".























