Il voto dei veleni in Sardegna premia il centrosinistra di Todde, Conte e Schlein. Ridimensiona il tocco magico di Giorgia Meloni. Avvicina all’irrilevanza l’altra opposizione: quella, tutto sommato, degli ex: Soru, Renzi, Calenda alleati con Più Europa e Rifondazione Comunista, forse più per contarsi che per contare. I veleni rischiano di diffondersi oltre il voto, soprattutto nel governo e nella maggioranza che lo sostiene. Meloni, Salvini e Tajani lo sanno e giocano d’anticipo. Pranzo a Palazzo Chigi, mangiare insieme è, nell'immaginario collettivo, simbolo di armonia. È quella che ostentano i tre, una volta fiutata l’aria: dopo le prime schede scrutinate, quelli che sanno, sapevano che la strada per Truzzu sarebbe stata in salita. Nella maggioranza, proprio perché è maggioranza, e nel governo, proprio perché è governo, il "liberi tutti" non si può pronunciare né agire. Ma certo, Salvini accuserà Meloni, chissà se pubblicamente o no, di aver sbagliato il candidato, e così farà la Lega con Fratelli d’Italia. Per il Presidente del Consiglio sarà tutto un po' più difficile. Chissà se tra i due litiganti Forza Italia avrà qualche vantaggio. Difficile prevedere, se ne saprà di più con la scelta definitiva del candidato per la Basilicata. Si vota il 21 aprile. Se sarà Vito Bardi sarà, ancora una volta, contro il parere della Lega. Un bel rischio. Prima ancora l'Abruzzo, il 10 marzo. Qui non c'è un problema di candidato, qui c'è Marco Marsilio, Presidente uscente, uomo vicinissimo a Giorgia Meloni. Qui il rischio è che l'uomo parte nettamente favorito. Quindi c'è da perdere, molto. Dal 22 aprile si capirà tanto del futuro del governo e della maggioranza. Due vittorie, calmerebbero di molto le acque. Altri risultati, no. E saremo a un paio di mesi dalle europee. I veleni, il campo largo, invece, li ha vissuti prima. Soru poteva essere una spina mortale nel fianco di Conte e Schlein. Conte vince bene. Guadagna una Governatrice, prima volta per i 5 Stelle e prima volta, pure per una donna in Sardegna. Userà la vittoria per la primazia nell’opposizione. Ma chi rischiavi di più era Schlein: ha scelto di non fare le primarie in favore della candidata a 5 Stelle. La dialettica nel partito è aspra, vedi questione terzo mandato. E così Schlein invece guadagna tempo e credibilità. Il segnale che parte dall’isola potrebbe essere un’indicazione importante se a sinistra si vuole vincere e non, solo, partecipare.