Il primato elettorale tra le opposizioni restituisce centralità al PD che punta a intestarsi la guida del campo largo. La leader Dem riunisce i parlamentari per tracciare un bilancio del voto europeo e pianificare le prossime mosse sia a Roma che a Strasburgo, dove si giocherà la partita a scacchi per dare vita alla coalizione parlamentare che sosterrà la nuova Commissione Europea. La priorità era sbarrare la strada ad un'alleanza di estrema destra, alzando una diga contro la marea nera uscita dalle urne. "Siamo la prima delegazione del gruppo parlamentare dei socialisti e democratici. Il nostro obiettivo era evitare una maggioranza di destra-destra e questo lo abbiamo raggiunto", avverte. Tornando alle prospettive nazionali, Schlein insiste sulla necessità di costruire un'alleanza di Centro-Sinistra che ha bisogno del contributo di tutti. "Non è più il tempo delle divisioni. E come dico ieri, non è il tempo dei veti. Non ne abbiamo mai fatti, ma non intendiamo subirne. Non intendiamo subirne." Il successo del PD al Sud viene interpretato, dalla segretaria, come la spinta a opporre resistenza all'autonomia che spacca il Paese. "Bisogna fermare il cinico baratto tra autonomia differenziata e premierato". Stesso obiettivo dell'alleanza Verdi-Sinistra: "Non c'è tempo da perdere. Intanto concentrandosi sull'agenda, l'agenda parlamentare. L'opposizione alle due riforme con cui il Centro-Destra intende scardinare l'asse di fondo della nostra Costituzione: il premierato, che colpisce direttamente la Costituzione. Intende riscriverla. E l'autonomia differenziata che non è una riforma costituzionale, ma cambia l'assetto repubblicano di questo Paese". In serata Giuseppe Conte ha incontrato i gruppi parlamentari, un momento di quella riflessione interna evocata dopo la sconfitta elettorale. Arrivando a Montecitorio, con i giornalisti ha scherzato: "Dimissioni sul piatto? Si ... della cena". Conte ha proposto un'assemblea costituente, con la partecipazione di tutti gli iscritti, in presenza e da remoto: "Sarà questa la sede per discutere insieme del miglioramento delle regole e per definire le modifiche che riterremo necessarie". Dopo il flop elettorale e il mancato raggiungimento del quorum della lista Stati Uniti d'Europa, Matteo Renzi rilancia la casa dei riformisti con uno slogan: terzo polo con un terzo nome alla guida. Una soluzione che Carlo Calenda esclude nel corso dell'incontro con i parlamentari di Azione. La linea di un centro autonomo sembra ormai alle spalle. Serve un'opposizione ancora più dura al Governo Meloni che guarderà al Centro-Sinistra. Ma senza alcun apertura al campo largo con i 5 Stelle.























