Manca l'incontro con i leader per il sigillo definitivo ma la bozza della riforma sul premierato prosegue il suo percorso speditamente, e nei giorni scorsi ha ricevuto il via libera dei capigruppo di maggioranza del Senato. Gli emendamenti comuni del centrodestra dovrebbero essere presentati entro il termine fissato di lunedì prossimo. Secondo la bozza della legge, riscritta dalla Ministra Elisabetta Casellati, si rafforza il ruolo del Capo del Governo ma il premier non potrà fare più di due mandati consecutivi, aspetto su cui permangono però i dubbi della Lega, in vista della richiesta del terzo mandato per i Governatori. Il Premier può proporre la nomina e la revoca dei Ministri, che formalmente verrà fatta dal Quirinale. La mediazione è stata raggiunta su uno dei punti critici, ossia il ruolo del secondo Premier, previsto solo in casi eccezionali come morte, impedimento grave, dimissioni e decadenza, ridimensionando molto una novità fortemente voluta dalla Lega. Chi subentra è un parlamentare della stessa coalizione e comunque se non ottiene la fiducia il suo percorso si interrompe. Il Premier eletto invece, se sfiduciato, ha 7 giorni per riprovarci, poi è costretto a dimettersi oppure propone lo scioglimento delle Camere. La logica è quella di una staffetta, ma non in uno scenario di rottura della coalizione. Altro punto, la fiducia che il Parlamento deve dare al Governo andrà espressa a tutta la squadra, non solo al Presidente del Consiglio. Si controbilancia così il suo ruolo, lasciando ai partiti alleati un potere contrattuale nella formazione dell'Esecutivo. Nella bozza della riforma viene ammessa la facoltà, per il capo dello Stato, di sciogliere le Camere anche nel periodo del semestre bianco, ma il punto potrebbe subire modifiche. Per quanto riguarda il premio elettorale, sparisce la soglia che garantiva il 55% dei seggi in ciascuna Camera. Al suo posto un generico premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi.