Un tavolo ed un boccone amaro. Nonostante le trattative infatti non c'è stata la fumata bianca tra Governo e benzinai. Lo sciopero del 25 e 26 gennaio è confermato anche dopo il faccia a faccia al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I gestori delle pompe di carburante ritengono che il Governo non abbia mantenuto le promesse di cambiare il decreto prezzi, non ci stanno a fare da capro espiatorio, come se l'aumento dipendesse solo da loro, e aspetteranno fino all'ultima ora utile l'esecutivo intende muoversi nella loro direzione. "Abbiamo manifestato la intenzione del Governo ad ascoltare, a migliorare, ad accogliere quelle loro richieste che possono essere in piena sintonia rispetto alla necessità di dare maggiore trasparenza sulla dinamica dei prezzi e consentire effettivamente di contenere ogni tentativo e ogni speculativo." Ci saranno altri incontri, il prossimo è previsto per il 19 per scongiurare la serrata. La tecnologia potrebbe aiutare con l'ipotesi di un app e di un QR code per esporre prezzi e conoscere il posto più conveniente dove fare benzina. L'opposizione chiede un atto di consapevolezza dell'esecutivo. La colpa, dice Rosato di Azione e Italia Viva è del Governo che ha cancellato lo sconto sulle accise. Al governo intanto la prossima mossa per una partita che si sta ingarbugliando e non ha mancato di creare turbolenze all'interno della stessa maggioranza.