Il braccio di ferro tra centrosinistra e centrodestra, sul disegno di legge Zan diventa uno scontro interno, soprattutto al centrosinistra, con il gelo che cala tra PD e Italia Viva, perché la scelta del leader di IV, di andare incontro alle richieste di Salvini, nonché del Vaticano, viene considerato un tradimento da parte dei DEM. La tesi dell'ex Presidente del Consiglio è che quel testo, così come approvato alla Camera, non abbia i numeri per venire approvato anche al Senato perché, sostiene, dietro le facciate barricadere, Movimento e PD perderebbero pezzi. "Troviamo una soluzione e un buon compromesso e portiamo a casa la legge, oppure facciamo finta di niente, facciamo una bella battaglia di principio, perdiamo a scrutinio segreto e per altri 10 anni non se ne parla più". Non capisco la posizione di Italia Viva, replica il Segretario Democratico, che alla Camera ha votato con PD, LEU, Movimento 5 Stelle e improvvisamente ha cambiato idea. La stessa maggioranza, dice Letta, si deve far carico della legge. Renzi si fa scudo dietro al voto segreto, noi non lo chiederemo. E comunque se ci fosse trasparenza da parte dei gruppi di centrosinistra, ripete lo stesso Zan, non ci sarebbe il problema. "Rimaniamo compatti, rimaniamo assieme, perché dire che così com'è, la legge al Senato non passa è una bugia". L'asse Renzi Salvini si salda sulla proposta del leader leghista, un testo che aumenti le pene per chi discrimina ma, dice, via l'ideologia al coinvolgimento dei bambini e l'attacco alla liberta di pensiero e poi affonda, se Letta e Zan tirano dritto, rifiutano il confronto vanno ad affossare loro la legge, che per Giorgia Meloni resta inaccettabile. "La legge Zan è una legge contro la discriminazione. La legge Zan non è una legge contro la discriminazione. La legge Zan è una legge che serve a fare altro". E se in capigruppo, la vecchia maggioranza dovrebbe tenere e mandare in aula il testo per il prossimo 13 luglio, l'unità sul resto potrebbe finire lì, aprendo una vera e propria faglia.