Ha cercato più il risultato che il selfie, dice la maggioranza, l'opposizione controbatte no, è stata irrilevante. Il peso geopolitico di Giorgia Meloni è il nuovo fronte che spacca la politica italiana. Il riavvicinamento tra Europa e Stati Uniti, fotografato da quel vertice in Vaticano in occasione dei funerali di Papa Francesco, è il segnale tangibile, dicono Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega, di come la figura del nostro paese rimanga centrale sullo scacchiere internazionale, con una fitta agenda di incontri che prevede tra poche ore il vertice a Roma con Tagip Erdogan, il presidente turco. Ma è proprio in quel momento, dice l'opposizione invece, quando Trump, Zelensky, Macron e Starmer si trovano tra i marmi e le colonne di San Pietro, che si dimostra come in realtà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non tocchi palla. Ma se la politica si divide sul ruolo e peso della presidente Meloni, ritrova l'unità quando c'è da difendere persone che sono patrimonio di tutti, come Liliana Segre. Tutte le forze politiche, tutte le istituzioni, infatti, hanno espresso la loro solidarietà alla senatrice a vita, vittima di attacchi social che l'accusano, lei deportata nei campi di concentramento, di essere addirittura nazista. Il GIP di Milano ha imputato in maniera coatta sette persone accusate di essere tra coloro che avrebbero attaccato la Segre. Va ribadito, scrive il GIP, che lo schermo di un computer non è una barriera che assicura l'anonimato e che la tastiera non è un'arma contro la quale non ci sono difese. .