Scuola, riforme, referendum, regionali e recovery plan. Più di un banco di prova per l'esecutivo e maggioranza. Non solo la ripresa delle lezioni e quello sguardo preoccupato rivolto alle difficoltà e ai nodi ancora irrisolti, ma anche e soprattutto l'attenzione rivolta agli effetti politici per l'esito delle regionali. In mezzo, però, appare evidente negli appelli e nelle dichiarazioni la voglia di condividere il piano per l'utilizzo del recovery fund, come chiesto anche dal Capo dello Stato. È cosi il percorso delle riforme che seguiranno la consultazione sul taglio dei parlamentari. Il Pd annuncia che presenterà in Parlamento una proposta di riforma costituzionale orientata a una forma di Governo parlamentare e al superamento del bicameralismo paritario. Un tentativo di aggregare le forze politiche su temi unitari, ma che si scontra con l'acceso confronto politico, a cominciare dalla stessa maggioranza. Sul Mes, dove ai 5 Stelle che continuano a frenare sull'utilizzo del fondo, i dem ribattono. Per il Partito Democratico una sanità più forte è un'assoluta priorità. Dobbiamo investire sui servizi, sul personale, nella ricerca. Il Mes è uno strumento molto vantaggioso per il finanziamento di queste spese, decidere di utilizzarlo è una cosa giusta e utile per il Paese. Viceministro che poi avverte: il reddito di cittadinanza va cambiato. E conferma: quota 100 dopo il 2021 non verrà prorogata. Ma di fronte all'appello al dialogo le opposizioni frenano. Il Governo a causa delle divisioni interne alla sua maggioranza ha deciso di congelare la stesura del recovery plan, è una decisione grave e irresponsabile. Conte non presenterà in Europa entro il 15 Ottobre nessun progetto e questo rappresenta un danno grave per l'Italia. Centrodestra che ora punta tutto sul voto per le regionali, e su un esito favorevole che potrebbe cambiare gli equilibri della legislatura.