Linee d'urgenza del Governo in vista del ritorno in classe previsto per metà settembre. La situazione epidemiologica preoccupa. L’aumento dei contagi, soprattutto tra i giovani, un tema cruciale a meno di 3 settimane dalla riapertura della scuola. Un vertice per definire una serie di indicazioni che dovranno essere la base per partire in sicurezza. Sulla scuola il Governo non può fallire. Alla riunione, oltre al premier, i ministri Azzolina, Speranza, De Micheli e Boccia, il commissario straordinario per la ripartenza in sicurezza, Domenico Arcuri e Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione civile. I risvolti a cui si pone attenzione sono diversi, dai banchi al reclutamento dei docenti, fino agli orari di entrata e uscita dei ragazzi. Una gestione che coinvolge inevitabilmente Governo, Regioni, Enti locali. Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, per esempio, restano fermi gli attuali criteri di distanziamento, nessuna deroga al metro, anche con obbligo di mascherina. Il tempo corre e nei prossimi giorni si riunirà nuovamente il Comitato tecnico-scientifico per analizzare gli indici epidemiologici del coronavirus, con un bilancio, Regione per Regione, sull'andamento dei contagi. In base ai dati potrebbero essere decise aperture localizzate o altre misure. Già da questa settimana, poi, sono partiti su base volontaria i test sierologici per tutto il personale scolastico. A disposizione ci sono circa 2 milioni di test che dovranno concludersi 7 giorni prima dell'inizio dell'anno. Dai governatori la spinta è unanime verso la riapertura. Il ministro Azzolina ribadisce che i ragazzi torneranno tutti in classe. Dal centrodestra. durissime le critiche nei confronti dell'operato del Governo. Matteo Salvini chiede le dimissioni del Ministro. “Azzolina non ha ancora risposto alle domande di noi genitori”, dice. “Spero che si faccia da parte al più presto”.