La scommessa più vicina è quella del rientro a scuola a partire dal 7 gennaio per almeno il 50% degli studenti. Il governo, ministro Azzolina e gli enti locali hanno raggiunto un accordo che verrà monitorato in ogni fase. Sarà poi il ministro Speranza a riscrivere con un'ordinanza i termini per le riaperture e poi per arrivare al 75% di didattica in presenza se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno, è necessario di certo un aumento dei mezzi pubblici oltre che lo scaglionamento degli ingressi negli istituti, ma anche di altre attività proprio per evitare che gli orari di punta creino assembramenti. Che quello del 7 gennaio e della scuola siano obiettivi importanti lo ha già detto il premier Conte che ha davanti a sé giorni comunque importanti per il futuro del Governo, perché le tensioni sono tutt'altro che archiviate, con il Presidente del Consiglio indisponibile a sembrare l'unico che sulla cabina di regia, chiamato a gestire il recovery plan, abbia fatto totale marcia indietro. Come sostenuto da Italia Viva, e presto potrebbero tornare a insidiare la tenuta dell'esecutivo, nodi come quello del Mes e la delega dei servizi segreti e se rimpasto sembra al momento un capitolo archiviato, la sensazione in questi giorni di relativa quiete è che la resa dei conti sia solo rinviata a dopo le feste.