"Io non faccio più il professore, non faccio di mestiere il presentatore di libri, non faccio di mestiere l'uomo di teatro, faccio spettacoli, faccio racconti come faccio oggi. Ebbene, vorrei annunciare qua le mie dimissioni da Sottosegretario di Stato alla Cultura." Vittorio Sgarbi definisce un colpo di teatro l'annuncio a sorpresa fatto durante un evento a Milano. Il critico d'arte spiega di aver ricevuto dall'Antitrust una lettera, che definisce molto complessa e confusa, in cui gli viene comunicato che attività, come quella del conferenziere, sono incompatibili con la carica di Sottosegretario, un'indicazione che si basa, dice Sgarbi, su lettere anonime inoltrate all'Antitrust dal Ministro della Cultura Sangiuliano. "Non ci parliamo dal 23 ottobre, quando lui mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. D'altra parte non è che potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all'Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime". Dopo diverse inchieste giornalistiche l'Antitrust aveva aperto un'istruttoria per valutare l'incompatibilità delle attività extra governative di Sgarbi, tra consulenze, conferenze e presentazioni. La decisione era attesa entro il 15 febbraio ma dovrebbe essere diffusa già nei prossimi giorni e Sgarbi ha già annunciato che farà ricorso al TAR. Il critico d'arte è poi indagato per riciclaggio, per la vicenda del quadro rubato che sarebbe in suo possesso. Lo scorso mercoledì era previsto alla Camera il voto sulla mozione di sfiducia presentata dai 5Stelle e firmata da PD e Alleanza Verdi e Sinistra, poi rimandato al 15 febbraio. Ora il PD accusa il Governo di comportamento reticente sulla vicenda mentre i 5Stelle rivendicano il risultato ottenuto con le dimissioni e parlano di omertoso silenzio della Premier. Per Renzi Sgarbi ha avuto la decenza di dimettersi, quella che manca a Lollobrigida e Delmastro.