Dalle procure alla Camera. Quattro giorni dopo il ritorno in Italia di Silvia Romano non accennano a placarsi le polemiche politiche. Mentre vanno avanti le indagini a Roma sul sequestro della giovane cooperante, che il 20 Novembre del 2018 è stata rapita in Kenya da Al-Shabaab, uno dei gruppi terroristici più feroci d'Africa, a Milano sulle minacce che la ragazza e la sua famiglia stanno ricevendo non solo via social. Una vicenda che è arrivata anche in aula alla Camera, dove questa mattina il deputato della Lega, Alessandro Pagano, l'ha definita neo-terrorista. Quando è venuta la neo-terrorista, visto che è risaputo che Al-Shabaab questo è, e questo finanzia evidentemente. Sto citando Repubblica. Sto citando Repubblica. Sto citando Repubblica. Onorevole Pagano, credo che riferirsi a Silvia Romano utilizzando il termine di neo-terrorista sia alquanto improprio. Eviterei soprattutto di farlo in questa aula. E quindi voglio dire, c'è stata una discriminazione. Colleghi, colleghi. Intanto sono al vaglio degli inquirenti romani anche i contatti tra il commando e i somali avvenuti anche prima del rapimento, e i quattro video girati durante la prigionia e forniti come prova di esistenza in vita di Silvia, video girati con un telefonino dal carceriere che parlava inglese. Mi diceva cosa dovevo dire, premettendo sempre nome, cognome, e data, ha ricordato Silvio Romano ai magistrati durante l'audizione di domenica scorsa. Gli inquirenti ora stanno analizzando, mettendoli in connessione con la ricostruzione fornita dalla cooperante milanese, i documenti in loro possesso. E indaga anche la Procura di Milano sui post, le lettere e messaggi carichi di insulti e minacce, anche di morte, nei confronti della ragazza e della sua famiglia. Mi sento serena, ha detto agli inquirenti milanesi che l' hanno sentita per un'ora e mezza ieri pomeriggio, e la madre ribadisce: chiunque dopo 18 mesi di prigionia tornerebbe convertito. La famiglia chiede ora silenzio e rispetto.