Ci vorranno i tempi supplementari per approvare le linee guida per il ritorno a scuola a settembre. Dopo che la bozza sulle modalità per il rientro in classe è stata bocciata dai presidi e dai sindacati, slitta alle prossime ore la conferenza Stato-Regioni che dovrà trovare l'intesa. Ma il presidente della conferenza delle regioni, Stefano Bonaccini, è certo che siamo ad un passo dalla condivisione delle linee guida, e abbiamo chiesto un rinvio di 24 ore per un approfondimento. Forse per rassicurare un mondo in ebollizione il Premier Giuseppe Conte ha fatto sapere: stiamo lavorando per consentire a tutti i nostri ragazzi e ragazze di tornare a scuola a settembre in presenza e nella massima sicurezza. Mi pare che la discussione sia avviata, stia andando verso, diciamo, una conclusione positiva, e speriamo domani di poter avere un documento unico che metta nelle condizioni i presidi e gli enti locali di aprire senza incertezze, e con regole chiare e semplici. La Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, si era impegnata a portare davanti agli enti locali il piano scuola 2020-21, ma comuni, province e aree metropolitane chiedono risorse per gli interventi necessari per la sicurezza, e abbiamo bisogno di personale, garanzie senza le quali non potranno dare il via libera al piano. Gli enti locali chiedono che le loro richieste siano trasformate in emendamenti del Governo al decreto rilancio, per assegnare a comuni e province i 400 milioni previsti per il 2020 nel fondo Covid. In una giornata segnata da una sessantina di manifestazioni di piazza, promosse in tutta Italia dal comitato Priorità alla scuola, il centrodestra è compatto nel segnare con la matita rossa quelli che giudica gli strafalcioni del Governo sulla scuola. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha fatto un blitz sotto il Ministero dell'Istruzione. Non c'è certezza per gli studenti, per i presidi, per gli insegnanti, per i sindaci e per i nostri figli su come si riparte, quando si riparte, chi mette la mascherina, dove si mette il plexiglas, le ore diventano di quarantacinque minuti, si va a scuola al sabato. Nei parchi e nei musei chi paga non si sa, chi sanifica non si sa, quanti alunni per classe non si sa, un disastro.