“Mi parrebbe una querelle assolutamente inutile, che non aveva alcun fondamento perché né la Regione Sardegna, né io particolarmente ho mai detto che si sarebbero chiuse le porte ai lombardi, ai veneti, ai toscani, agli emiliani o a qualsiasi altro turista. Si è voluta costruire strumentalmente una questione che riguarda i turisti lombardi, che invece fanno parte integrante del mercato turistico regionale, con i quali ci sono rapporti consolidati da tempo. Ma noi abbiamo detto per tutti, per chiunque e da dovunque venga, che quello che chiediamo è questa piccola cautela in più di certificare uno stato di negatività al virus per poter arrivare fin dal 3 giugno. Questo sta già accadendo, per esempio, con i viaggi dell'aviazione generale, cioè con i voli privati. Chi arriva dall'estero ha colto perfettamente il senso e il significato positivo di questo messaggio e arriva già con il proprio test eseguito. Peraltro la Regione Lombardia è una delle prime Regioni che ha liberalizzato la possibilità di effettuare i test, per cui mentre noi parliamo, oggi chiunque in Lombardia - c'è un elenco pubblicato - può andare in un laboratorio e fare un test”. Guardi, non è così facile. Lo dico perché sto cercando di farlo anch'io. Non è così facile. Lo dico da sarda residente a Milano. In realtà non è così facile perché c'è un elenco, appunto, molto lungo, i laboratori non sono tanti, le richieste sono tantissime, quindi le dico che non è facile. Le dico anche che, è vero, lei non ha fatto nomi o non ha specificato regioni, ma è chiaro che essendo la Lombardia un'osservata speciale (perché i numeri parlano chiaro, il virus ha colpito prevalentemente questa regione e continua a colpire prevalentemente questa regione) è chiaro che chi risiede in questa regione si sia in qualche modo potuto sentire discriminato, sebbene – voglio farle vedere, ma lei lo conosce bene, questo grafico che arriva proprio dall'Assessorato al turismo della Regione Sardegna - i lombardi siano quelli che, dopo i sardi chiaramente, contribuiscono maggiormente al turismo sardo. Eccoci qua: “Distribuzione per regioni italiane di provenienza”. C'è la Sardegna per arrivare... Beh, chiaramente sono i sardi innanzitutto che passano là le vacanze, subito dopo c'è la Lombardia. “Infatti la nostra proposta, se lei ne coglie il senso profondo, non discrimina affatto i lombardi. Quello che discrimina i lombardi è l'ipotesi di modificare, come è stato paventato anche dal Governo, di concedere l'apertura, la mobilità tra regioni a seconda dell'indice di rischio e cioè solo tra regioni che hanno l'indice di rischio identico. In questo modo verrebbe interdetta ad un'intera regione la possibilità di movimento, mentre utilizzando il nostro modello, cioè la certificazione di negatività, un lombardo che non è positivo può venire a prescindere dalla qualificazione della sua regione ad alto, basso o medio rischio”.