Spese militari, scontro Draghi-Conte: a rischio il governo

29 mar 2022
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Sull'aumento delle spese militari si apre una falla nella Maggioranza che rischia di affondare il Governo, tanto che il Presidente del Consiglio sale in serata al Quirinale per riferire al Capo dello Stato sulla questione. Draghi ha ribadito che il Governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni NATO sull'aumento delle spese militari al 2% del PIL, perché non possono essere messi in discussione gli impegni assunti in un momento così delicato alle porte dell'Europa. Se ciò avvenisse filtra da Palazzo Chigi verrebbe meno il patto che tiene in piedi la Maggioranza. Una coalizione che ha poco tempo per trovare una sintesi, Il voto finale sul provvedimento arriverà giovedì, ed il Governo si riserva di mettere la fiducia sul testo dopo aver accolto, in commissione, un ordine del giorno di Fratelli d'Italia che propone proprio l'aumento delle spese militari al 2% del PIL. Il Leader 5 Stelle, al termine del faccia a faccia con Draghi a Palazzo Chigi, sottolinea che non c'è nessuna intenzione di mettere in discussione il Governo, "Mi attribuiscono la volontà di mettere, addirittura far cadere, prima della crisi di governo; non è questo il tema noi siamo parte integrante del Governo, perchè lo sosteniamo, siamo Partito di maggioranza relativa; allora abbiamo diritto, scusi, ad essere ascoltati." Enrico Letta segue preoccupato l'evoluzione di questa vicenda, fanno filtrare dal Nazareno, per Renzi: Conte è un populista, Draghi uno statista, ed è facile intuire da che parte stare. A fronte delle tensioni interne, il Governo continua intanto a lavorare sul fronte diplomatico per la soluzione della guerra in Ucraina. Draghi ha sentito, al telefono, Biden insieme al Presidente della Repubblica francese Macron, il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania Scholz e il Primo Ministro del Regno Unito Boris Johnson, i cinque hanno confermato l'importanza dello stretto coordinamento sull'aiuto alla popolazione e alle Istituzioni ucraine con particolare attenzione al funzionamento dei corridoi umanitari, all'assistenza ai crescenti flussi di rifugiati. E hanno inoltre condiviso la necessità di sostenere i negoziati in corso assicurando al più presto il "Cessate il fuoco".

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