Dunque proroga fino al 15 non più 31 Ottobre. Lo stato di emergenza, come tutto nella politica italiana, è diventato motivo di contrasto e strumentalizzazione politica, anche per la questione della titolarità delle decisioni finora presa dal premier con lo strumento del Dpcm, senza il passaggio in Consiglio dei Ministri. L'attuale proroga prevede dei paletti proprio su questo fronte, la possibilità di introdurre nuove zone rosse e limitazioni delle libertà personali soltanto tramite decreto, e non attraverso Dpcm. Non tutto ciò che scade a fine luglio viene prorogato, di sicuro il rinnovamento del coordinamento affidato al capo della Protezione Civile Borrelli, e della struttura commissariale a capo di Arcuri. Ma vediamo in sintesi. Rimane il distanziamento sociale, l'obbligo della mascherina nei luoghi chiusi o all'aperto quando non c'è la distanza di un metro, regole speciali per contingentare gli ingressi negli impianti sportivi, negli spazi dove si svolgono gli spettacoli dal vivo e per le regionali e il referendum del 20-21 Settembre. Iter più snelli e veloci nella gestione sanitaria dei migranti, ad esempio, per il reperimento di una nave da quarantena o tamponi per gli stranieri che entrano in Italia con pullman. Procedure semplificate con prezzi calmierati per le gare di approvvigionamento di mascherine, test sierologici, banchi per le scuole, igienizzanti e guanti. Si andrà avanti con lo smart working, sia nel pubblico che nel privato, fino al termine dell'emergenza. Poi i nuovi criteri di lavoro dovranno essere fissati e concordati con i sindacati.