Si parte o meglio si riparte dallo Statuto. Il Movimento 5 Stelle ritrova lo slancio, ha spiegato apertamente Giuseppe Conte, dopo settimane di scontri, mediazioni fallite e rischio rottura. Lo Statuto dunque, il voto poi, è il nuovo corso promesso dall'ex premier pronto a plasmare con pazienza la sua idea di Movimento. In soffitta il duello con Beppe Grillo e tante le ricette per il futuro immediato. No a soglie di impunità, difesa delle riforme targate 5 Stelle, reddito di cittadinanza. Un progetto con nuova linfa, lo slogan di Conte che nelle prossime ore vedrà il Premier Draghi dove si parlerà soprattutto di riforma della giustizia penale. Rischio spaccature con Palazzo Chigi, fra dubbi e incertezze politiche non crede allo strappo Enrico Letta, che non vede rischi di rottura. Letta che invece rilancia: "Vogliamo costruire un'alleanza solida con i 5 Stelle", per poi puntualizzare: "Il dialogo Conte-Draghi darà più stabilità al Governo." Un Letta alle prese, a sua volta, con i temi cari al suo Pd, ma con lo sguardo attento al presente. La bussola per i Dem, spiega Letta, deve essere una. In una coalizione ci sono diritti e doveri, anche di lealtà. E di lealtà si parla anche nel centrodestra, alle prese con una crisi di nervi post nomine Rai. Un mare in tempesta, ma dopo la tempesta arriva il sereno spiega il Ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che taglia corto: "Le nomine? Le decide Draghi." Il caso Rai resta lì, tra malumori dichiarati e non, un caso che ha scosso la coalizione dalle fondamenta. Forza Italia e Lega da una parte e Fratelli d'Italia dall'altra, e proprio Fratelli d'Italia non cerca compromessi. "Ora si ridiscute tutto" fanno sapere dal partito di Giorgia Meloni.