Che il reddito di cittadinanza avesse il tempo contato si sapeva da mesi ma adesso che siamo al dunque con gli sms mandati a chi non lo percepirà più e le proteste che si fanno sentire specie al Sud, la polemica politica divampa. "E' una guerra ai poveri" ha già affermato il Segretario del PD Schlein, chiedendo che il Governo riferisca in Parlamento sulla vicenda. "Soffiano sul fuoco del disagio di tanti", avverte dai 5 Stelle Chiara Appendino, "L'Esecutivo ha abbandonato a se stessi i Comuni, i Caf e i Servizi Sociali sui territori, da Palazzo Chigi facciano un passo indietro e tutelino i più deboli" dice. La Maggioranza difende con forza la sua linea e da Fratelli d'Italia scende in campo il Capogruppo alla Camera: "Il reddito di cittadinanza è costato 30 miliardi in 5 anni senza raggiungere lo scopo" dice Foti che ricorda anche come il PD all'epoca fosse strenuo oppositore di questo strumento. Anche Forza Italia assicura: "Non stiamo facendo macelleria sociale ma uscendo dall'equivoco che lo Stato potesse continuare a fare gioielleria sociale", chiarisce Giorgio Mulè, che sottolinea le altre forme di assistenza che restano e a suo parere garantiranno le persone meno abbienti. Soprattutto su modalità e tempistica sono però i Comuni che adesso coi loro servizi sociali dovranno tamponare le transizioni fra il vecchio reddito di cittadinanza e il nuovo assegno di inclusione a lanciare l'allarme. "Ci sono problemi tecnici anche ad avere l'elenco dei nuclei in difficoltà dall'INPS", avvertono. Il Sindaco di Bergamo Gori del PD accusa: "E' assurdo il modo ma anche il contenuto del provvedimento e stanno mandando la gente all'indirizzo sbagliato, con le tensioni e i rischi che ne conseguono".