Prima di vedere il nuovo Parlamento messo a dieta dal “sì” al taglio dei parlamentari, gli elettori che hanno deciso di imporre la quaresima dovranno aspettare. Per un bel po’ di tempo i 630 deputati alla Camera e i 315 senatori di Palazzo Madama resteranno saldamente sugli scranni. La riforma, sbandierata fin dalla prima ora dal Movimento 5 Stelle come una rivincita sulla casta, entrerà a regime soltanto nella prossima legislatura e con le nuove elezioni politiche gli italiani saranno chiamati ad eleggere i 400 onorevoli e i 200 senatori che fotograferanno la riduzione dei rappresentanti del popolo. Ma prima di questo traguardo indicato da circa il 70% dei “sì” al referendum, ci sono alcune riforme che il Governo e questo Parlamento dovranno mettere in cantiere. Prima di tutto bisognerà ridisegnare i collegi elettorali per renderli compatibili con la sforbiciata e il Senato, che finora è eletto su base regionale. E se fino ad oggi eleggeva un minimo di sette senatori per regione, ora il minimo è 3, dovrà ricalcare le circoscrizioni disegnate per le elezioni di Montecitorio. Poi bisognerà ridurre i 58 delegati regionali che, insieme a deputati e senatori, eleggono il Presidente della Repubblica. Si sta lavorando all'abbassamento a 18 anni per poter votare per il Senato e servirà una modifica dei regolamenti parlamentari. L'altra riforma messa in cantiere dalla maggioranza giallorossa è la nuova legge elettorale, il cosiddetto “Germanicum” di impianto proporzionale con sbarramento al 5% che è stato approvato in Commissione da PD e Movimento 5 Stelle, mentre LeU e i renziani si sono sfilati. Dopo l'esito delle regionali con la tenuta dei Dem e i 5 Stelle in affanno, bisognerà vedere se l’accordo reggerà alla prova dell'aula.