Tempi stretti per la manovra, Conte fissa cronoprogramma

09 dic 2019
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Mentre la manovra si avvia alla prova del voto in Parlamento con tempi molto stretti, Giuseppe Conte vola oltre e fissa gli obiettivi per i prossimi anni, una nuova agenda condivisa da tutta la maggioranza. Parole che suonano come un monito, sì, ma anche come un segnale di fiducia nei confronti di un esecutivo reduce da troppe liti e fibrillazioni. “Io mi farò portatore di questa iniziativa. E' assolutamente necessario perché è vero che noi abbiamo già dei punti programmatici ben chiari, che sono alla base di questo Governo, di questa iniziativa di Governo, ma è anche vero che non abbiamo scritto anche quali sono le priorità, il cronoprogramma e, quindi, assolutamente, chiederò alle forze politiche di condividere un percorso anche sul piano del cronoprogramma.” Anche per Luigi Di Maio occorre stilare una lista di priorità in una cornice di condivisione e convergenza di vedute. Sviluppo, lavoro e rivoluzione verde, i pilastri secondo il segretario del PD Nicola Zingaretti. “E' giusto aprire una discussione. Ha fatto bene il premier Conte a rilanciare questa sfida per costruire un'agenda del 2020 fondata sullo sviluppo, sul lavoro, sulla rivoluzione verde, sull'impegno sul digitale, sulla valorizzazione della scuola e della conoscenza, cioè su quei pilastri che possono riaccendere l'economia italiana.” Aperta al confronto Italia Viva, ma, si precisa, senza riti da prima Repubblica. Intanto la maggioranza sembra aver raggiunto l'accordo sugli emendamenti alla manovra in Commissione Bilancio a Palazzo Madama. Confermato lo slittamento a luglio della Plastica Tax, 50 centesimi al chilo, ma i prodotti monouso in tetrapak saranno esentati. Sale al 20% la cosiddetta “Tassa sulla fortuna” per un'entrata prevista di 300 milioni di euro. Il testo arriverà in Aula venerdì, per poi passare alla Camera e, proprio per la tempistica così serrata, i due Presidenti, Fico e Casellati, esprimono preoccupazione. Quanto al fondo Salva-Stati, si lavora alla delicata risoluzione di maggioranza da votare in Parlamento dopo le comunicazioni del Presidente Conte, fissate per mercoledì. Il Ministro dell'Economia Gualtieri conferma che non ci sarà alcun automatismo per la ristrutturazione del debito per i Paesi che chiederanno aiuto al MES, ma le opposizioni restano fermamente contrarie. “Noi diciamo no e davvero non capiamo la ragione per la quale il Governo italiano dovrebbe firmare una cosa del genere e presenteremo una risoluzione, stiamo chiedendo a tutto il centrodestra, quindi a tutte le opposizioni, di presentarla insieme per chiedere che l'Italia non sottoscriva questo trattato.

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