Una scossa bella forte per Forza Italia. Una di assestamento per il PD. Due magnitudo non paragonabili certo ma un filo lega le due forze politiche: i capigruppo, che cambiano in parte dentro gli azzurri, per decisione diretta di Silvio Berlusconi, e che vorrebbero cambiare dentro i Dem, per volontà manifesta di Elly Schlein. Dentro Forza Italia tramonta intanto l'era di Licia Ronzulli che mantiene il posto di capogruppo in Senato ma perde quello di coordinatrice in Lombardia e soprattutto, secondo fonti di partito, vedrebbe ridimensionata la sua influenza su Berlusconi. Il valzer dei coordinatori è comunque ampio: Lotito va in Molise, la Casellati in Basilicata e Tosi in Veneto, tra gli altri. Alla Camera la maggioranza del gruppo ha chiesto e ottenuto di sostituire Alessandro Cattaneo con Paolo Barelli come capogruppo, molto vicino ad Antonio Tajani. È una svolta governista con i falchi che vengono messi in un angolo. E a farsi largo è la figura di Marta Fascina, dicono nei corridoi di Forza Italia, che avrebbe gestito insieme alla famiglia Berlusconi il passaggio ad una posizione meno conflittuale in seno alla maggioranza. Ma anche il PD di Elly Schlein ha le sue spine. Due per la precisione. I capigruppo che Elly Schlein vuole di sua fiducia: Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato. Prendere o lasciare. Stefano Bonaccini non ci sta. Vorrebbe un capogruppo per la sua area o in alternativa una rosa di nomi. Ma il fronte a suo sostegno non è compatto. I nomi vengono indicati dai leader, certo, ma sono i gruppi a votare e scegliere. Martedì toccherà ai Dem. E non è escluso che vengano presentate più candidature mandando in frantumi l'idea di gestione collegiale del PD.