Suonano come una sentenza le parole del Ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, secondo cui Autostrade per l’Italia si è dimostrata incapace di gestire il bene pubblico, per questo la volontà è quella di ritirare la concessione. Toninelli rimanda alle 62 pagine il parere tecnico della Commissione insediata presso il suo Ministero per trovare i presupposti di un decreto che arriverà nelle prossime settimane a chiudere il procedimento amministrativo. Il Ministro sottolinea che autostrade è responsabile di gravi inadempienze, Quel ponte che aveva in custodia, dice, avrebbe dovuto restituirlo integro e invece è crollato. La revoca, in più, continua Toninelli, sarà totale proprio perché dalla relazione si evince che il modello delle manutenzioni applicato al ponte Morandi, poi venuto giù il 14 agosto dello scorso anno, causando la morte di 43 persone è lo stesso applicato su tutti i 3000 km di rete concessa. Ma autostrade non ci sta, la società controllata da Atlantia replica immediatamente, con una nota, in cui afferma che l'intera rete è sicura e i contratti non sono stati violati. Il ponte sarà infatti restituito allo stato grazie alla sua ricostruzione interamente finanziata a sue spese. È evidente che a questo punto la battaglia si sposterà sul fronte legale perché in ballo ci potrebbero essere indennizzi miliardari per la risoluzione anticipata unilaterale della concessione che però lo Stato non ha nessuna intenzione di pagare. Mediobanca li aveva stimati in 22 miliardi ultimi calcoli li farebbero già lievitare a 25, ma per il Governo quelle clausole che contemplerebbero di saldare da qui al 2038 tutti gli utili netti, sarebbero illegittime e il diritto di indennizzo quindi non sussisterebbe, sottolinea il Ministero delle Infrastrutture, proprio per le gravi inadempienze. Da Autostrade però ricordano che le cause della tragedia sono ancora ignote. Insomma, il cammino giudiziario si preannuncia molto, molto lungo.