"Vero salto quantico che ancora una parte della Destra forse deve fare anche se io ritengo che a Palazzo Chigi sia già avvenuto questo, è passare al di là delle diciamo schermaglie pre-elettorali, da una mentalità diciamo anti sistemica, e c'è ancora una quota di elettorato anti sistemico a destra, ad una mentalità di una una destra di governo, una destra istituzionale che ripristina la normale dialettica o se volete che la celebra perché già ripristinata tra conservatori e progressisti e non più tra establishment e popolo che c'è stata ovviamente, questa contrapposizione ed in parte serpeggia ancora, ma fa parte auspicabilmente di un passato in cui questo shock era forse necessario, almeno io lo ritengo tale, ma oggi non è più questo il centro del discorso politico, del discorso pubblico". Augias, si è completata questa operazione, è una missione compiuta una Meloni a Palazzo Chigi, una destra oggi in Italia che pur non rinnegando la sua tradizione possa guardare l'orizzonte che insomma illustrava Giuli poco fa? "La mia, la mia idea è che non è nemmeno cominciata perché la presidente del consiglio per ragioni tattiche che speriamo finiscano con l'8, il 9 giugno dopo le elezioni europee, per ragioni tattiche deve tenere insieme il maggior numero possibile di voti elettorali per conservare intatta la sua forza per combattere all'interno stesso della coalizione di governo e imporre la sua linea e dunque non può tagliare quell'ala dichiaratamente reazionaria e diciamo pure fascista che fa parte di quelli che la sorreggono. Io sono convinto che lei vorrebbe privarsene ma spero, però non certamente non lo può fare in questo momento. E continua pertanto oggi, oggi quando siamo a maggio, a mancarci quella destra conservatrice nobilmente conservatrice che Giuli, Alessandro Giuli tenta di con successo eh sia chiaro, di incarnare. Giuli è l'immagine vivente di un possibile conservatorismo italiano di buona Lega europea come lo era, faccio i nomi massimi che posso fare come lo era Raymond Aron o come De Gaul".
