Tribù, Tremonti: in Europa servono politici, non influencer

"Ci dicono che l'Europa in questi anni, in questi venti anni, ha sbagliato. E in effetti è vero. Invece di essere Liberté, Égalité, Fraternité è stata basata sul mercato. Globalitè, Marché, Monnaiè. La cosa realmente, secondo me, inaccettabile è che chi ha fatto il mercato, l'Europa, le banche adesso ci viene a dire che deve essere il contrario. Son come i Borboni che vanno alla Bastiglia e dicono bisogna cambiare la monarchia. Regole diverse. Ci vogliono politici che capiscano la intensità drammatica del tempo che viviamo. Non è questione di influencer o dei tecnici". "Le chiederò sia a Maria Latella che Agnese Pini diciamo su quelle letture di queste due Europa che ha citato Tremonti. Mi risponda però sulla presidenza della Commissione, visto che, insomma, ho citato due italiani su tre diciamo nel novero di quelli che sono emersi..." "Ma guardi che...io credo che uno debba essere, come dire, relativamente serio. Si va a votare, dopo ci saranno scelte politiche fondamentali. Ma francamente non credo che chi ha fatto 20 anni di disastri, si possa candidare per risolverli. Visto che li ha causati faccia almeno mea culpa. In ogni caso la scelta delle strutture europee diventerà dopo le..." "Il riferimento è puramente casuale?" "Ma è lei che parla di quei nomi lì. Guardi, se posso dire, parla solo in Italia". "No dico, il riferimento ai vent'anni di disastri lì si riferiva ai nomi che ho citato?" "Ma in tutte...scusi, ma secondo lei se lei legge quello che hanno scritto dicono un disastro. Ebbene la domanda è chi l'ha fatto? Cioè, chi per 20 anni ha, come dire, immaginato il dio mercato, ha tolto i dazi, ha aperto alla Cina, ha fatto i colpi di Stato finanziari in vari parti d'Europa, per esempio in Italia? Beh, quantomeno in latino uno direbbe mea culpa. Quindi..." "Non è né sponsor di Monti né di Draghi a giudicare da questa trasmissione". "Seriamente, si vota, ci saranno i partiti politici, le forze politiche. Saranno loro a decidere. Le posso assicurare che non sarà una questione di influencer o di nomi tipo il Quirinale".