La sensazione che si possa essere a un passaggio importante se non a un punto di svolta c'è in Ucraina e forse anche in Medio Oriente. La strada verso una soluzione temporanea o definitiva sarà da vedere, sembra poter essere all'orizzonte e l'Italia vuole giocare la sua partita nell'attività diplomatica, come sua tradizione, tanto che i contatti si fanno sempre più intensi con i principali attori internazionali. Giorgia Meloni ha avuto nelle ultime ore conversazioni telefoniche con Trump, Zelensky e, il Presidente degli Emirati Arabi, con il quale è stata anche l'occasione per condividere l'eccellente cooperazione nella consegna degli aiuti umanitari a Gaza, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco nella striscia. Ma la Presidente del Consiglio ha avuto modo di confrontarsi con i suoi interlocutori, soprattutto sugli sforzi in corso per il raggiungimento di uno stop alle ostilità in Ucraina, anche alla luce delle ultime iniziative americane, tanto che, come riportato da fonti italiane, lo stesso Trump avrebbe sondato la premier nell'ultima telefonata sulla possibilità che Roma potesse ospitare il colloquio tra il Tycoon e Putin. Commenti ufficiali da Palazzo Chigi non ce ne sono stati, ma rispetto alla disponibilità a ospitare l'incontro, non ci sarebbe stato alcun ostacolo. Ipotesi a quanto sembra poi discussa anche in una call collettiva, convocata dal segretario di Stato americano Rubio, con anche Germania, Gran Bretagna, Francia, Finlandia e Ucraina. Se però l'idea Roma, avrebbe immediatamente incontrato il favore di Zelensky, non è stato così per Mosca, come confermato dall'agenzia russa Tass, secondo cui l'incontro dovrebbe essere non in Europa. Per il Cremlino, infatti, il governo italiano è considerato troppo vicino alla posizione ucraina. Insomma, un'ipotesi in questa fase troppo complicata, ma la cui messa in campo rappresenta un attivismo, che segnerebbe comunque un passo in avanti nella trattativa.























