La preoccupazione è forte. La condanna pure. Da un lato i timori per una situazione che rischia di precipitare da un momento all'altro, dall'altro la necessità di porre un fermo no al riconoscimento russo dell'Indipendenza delle repubbliche separatiste del Donbass. Ma soprattutto la richiesta di un informativa urgente del Governo alle Camere. É questa la linea che accomuna tutte o quasi le forze politiche in mezzo l'esecutivo in una complessa opera di valutazione di raccordo con tutti i partner europei e atlantici con i cui leader il premier Draghi resta in costante contatto per seguire l'evolvere della situazione e coordinare ogni tipo di risposta. Esecutivo, fa sapere il Ministro degli Esteri Di Maio, pronto a riferire in Parlamento sulla crisi Ucraina. Titolare della Farnesina che parla di grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica posto dalla decisione della Russia, perché aggiunge, da condannare in quanto contrario agli accordi di Minsk e perché l'Italia continua a sostenere l'integrità e la piena sovranità dell'Ucraina e dei suoi confini. La condanna sia ferma, Putin vuole riscrivere la storia e imporre le sue ambizioni sullo stato di diritto, avverte il Sottosegretario agli Affari europei Amendola. il Pd intanto chiede subito una seduta straordinaria delle Camere. "Inaccettabile e da condannare la scelta di Putin", tuona il segretario dem Letta. Sulla stessa linea il leader 5 Stelle Conte: "La posizione russa è un ostacolo sulla strada del dialogo". "L'unica strada possibile è quella della smilitarizzazione" dice il leader di Sinistra Italiana Fratoianni. E Berlusconi da sempre vicino al presidente russo, invita a evitare una escalation che "avrebbe conseguenze preoccupanti sia dal punto di vista geopolitico che energetico". "La guerra non conviene a nessuno, spero che si continui nel dialogo. Non si capisce che convenienza avrebbe Putin a scatenare una guerra", osserva dalla Lega Salvini che aggiunge: "Non regaliamo Mosca alla sfera di influenza cinese.".























