Le regioni sostengono le azioni anche molto dure, legali che il governo italiano ha annunciato, lo ha fatto il presente del Consiglio ieri. C'è grande unità, senso dello Stato e della difesa degli interessi nazionali. Ieri, a quel tavolo Regione Lombardia non c'era perché Fontana era impegnato nella sua conferenza stampa. Probabilmente erano in collegamento i suoi tecnici, lui non c'era e neanche la vicepresidente. Ma la Lombardia come tutte le altre regioni, è unita alla conferenza delle regioni nel sostegno alle azioni del Governo sui vaccini. Vaccini che, ribadisco, sono un tema europeo, non solo italiano. L'Italia è con la Germania ai primissimi posti in Europa per la somministrazione, questo non ci basta perché il piano vaccini è un piano che si lega a doppio filo a tutte le strategie che abbiamo, che incidono sulla nostra vita di tutti i giorni, che incidono sulle restrizioni che incidono sui tempi di programmazione. Ci siamo fermati, abbiamo decelerato. C'è stata una riduzione, in questo momento noi riceviamo i vaccini in parte dal modo da Pfizer, quelli di Moderna stanno arrivando devo dire con una certa regolarità. Venerdì dovrebbe arrivare l'ok dall'Ema per quanto riguarda AstraZeneca. Finalmente questa settimana arriverà dall'agenzia europea il via libera ad Astra Zeneca, l'ammontare complessivo delle dosi che arriverà entro marzo sarà di 15 milioni. Dobbiamo stabilire, stiamo rivedendo i piani di somministrazione in funzione di questi numeri. Sono numeri ridotti, inferiori rispetto a quelli programmati. Pretendiamo che quei numeri riprogrammati vengano rispettati. Se le aziende non lo faranno noi saremo conseguenti. Serve uno Stato forte per imporre, in Italia e in Europa, per imporre alle aziende rispetto alle regole, perché è evidente che se ci sono problemi produttivi devono spiegarceli, se invece una parte dei vaccini destinati all'Europa finiscono in altri continenti per altre ragioni questo è molto grave e bisogna risponderne.