Un incessante silenzioso via vai di persone nella sua Varese. Per Roberto Maroni, per volontà della famiglia, è stata allestita la camera ardente in una struttura privata e qui sono arrivati i varesini che hanno voluto dargli l'ultimo saluto prima dei funerali solenni venerdì prossimo alle 11 nella Basilica di San Vittore a Varese. Roberto Maroni è morto nella notte nella sua casa di Lozza, un paese del varesotto. L'ex Ministro dell'Interno e Segretario della Lega aveva 67 anni ed era malato di tumore. In una delle ultime interviste ribadiva che per guidare la Lega serve un moderato e della sua malattia diceva: "sto facendo tutte le cure". La famiglia lo ha ricordato con un messaggio sul suo profilo social, fino all'ultimo, a chi gli chiedeva come stava, ha sempre risposto bene. Sei stato un grande marito, padre e amico. Da Roma Arriva unanime anche il cordoglio della politica. "Una delle persone più capaci che abbia mai incontrato" dice la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricordando Roberto Maroni: "un amico, un politico intelligente che ha servito le istituzioni con concretezza". "Grande segretario" scrive sui social il leader della Lega Matteo Salvini, "Super Ministro, ottimo Governatore, leghista sempre e per sempre". "I funerali saranno venerdì mattina a Varese, quindi, ovviamente, per me e per tutta la Lega, cambia l'agenda e la scaletta delle priorità". "C'è qualcosa di lui anche in questa manovra" ricorda commosso il ministro dell'economia Giorgetti. "In questa legge di bilancio c'era una norma che ha voluto lui, gli ho scritto una settimana fa e non mi ha risposto. Ecco che un po' c'è qualcosa anche di suo in questa legge di bilancio". E poi Silvio Berlusconi nei cui Governi Maroni fu più volte Ministro. "Mancheranno la sua lucidità e la sua visione politica". Osserva il suo incommensurabile attaccamento alla Lombardia e alle regioni del Nord produttivo. Ricordano Maroni anche gli avversari politici, Letta, PD, "confronti sempre pieni di sostanze rispetto". Conte, 5 Stelle, "se ne va un protagonista della politica". Tre volte Ministro, due all'Interno, Presidente della Regione Lombardia, poi la decisione di non ricandidarsi nel 2018. Nel 2021 la malattia. Voce critica e interna al suo partito, da sempre, fin dagli esordi con Bossi. I due però non si sono mai lasciati. Bossi, e non per fargli un complimento, lo definiva un aquilone che sta lontano da chi ha in mano il filo. Ma a quel filo lui che era attaccato e da lassù ha sempre goduto della vista più obiettiva.























