La chiamano onda gialla. Rete la lista civica di Damiano Tommasi, oggi il primo partito di Verona, dove il centro-sinistra che lo sostiene non vinceva dal 2002. Rete come quella del suo passao, l'ex calciatore della Roma e ora primo cittadino con il 53,4% dei voti al ballottaggio, ma soprattutto lo è nella roccaforte della destra veneta. Federico Sboarina, il Sindaco sostenuto Fratelli d'Italia, esce di scena il tema ostico, è ora il mancato apparentamento con l'ex altro Sindaco Flavio Tosi. Due mandati, e il 24% dei voti al primo turno elettorale. "Quando hai quel risultato, dovresti pensare che è meglio non perdere che è meglio che tu non perdi, che il centro-destra non perda, e fai l'apparentamento. Lui ha detto, vinco da solo è a perso da solo". Dall'ambiente, all'inclusione, Rete si è diffusa tra i giovani, realizzando una vittoria impensabile solo pochi mesi fa. La più votata tra i candidati della lista, ha solo 28 anni lavora in banca. Tommasi, la contattò per un caffè, mentre ancora era un attivista della periferia concentrata sui diritti umani, Presidente degli afro veronesi. Le fu proposta la sfida, oggi la visione della città è la nuova pagina di cui Tommasi ha parlato da neo Sindaco. "Sicuramente, abbiamo scritto una pagina della storia di Verona, adesso dobbiamo riempirla, e soprattutto proseguire su questo progetto, che c'è molto affascinante, ma soprattutto, un modo nuovo anche di affrontare la politica". E' Verona, Verona inclusiva, dove appunto l'emarginilità, possano essere partecipi e protagoniste. Soprattutto, di una Verona europea, quello che ci colpisce, tra noi giovani è fatto che molti, hanno avuto la possibilità di andare all'estero, di arricchirsi però spesso ti rimane all'estero proprio perché non ci si riconosce nella propria città".























