C'è un fronte aperto: quello a Est, il confine con la Russia. C'è un tema, un altro, internazionale: l'accordo di pace in Medio Oriente. Sergio Mattarella lascia Tallinn al termine del vertice dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos, non senza però una visita al contingente italiano di stanza alla base aerea estone di Amari, ultimo avamposto dell'Europa prima del confine russo. Due le sessioni di lavoro, 11 i presidenti attorno a un tavolo, intelligenza artificiale, opportunità, ma anche incognita che necessita di una governance globale, avverte Mattarella, e poi la sicurezza e Gaza. Una pace vera è possibile solo con due stati, spiega il Presidente, che plaude al cessate il fuoco che ridurrà le sofferenze ma il piano, sottolinea, preveda l'impegno dell'ONU, una prospettiva storica che coinvolga i palestinesi perché la pace va acquisita nell'animo dei popoli, altrimenti non è tale. Di qui la necessità che venga pienamente annullata, dice, la spoliazione di territori assegnati all'ANP in Cisgiordania. Terminato il vertice, prima di ripartire, il sentito e doveroso saluto ai militari italiani, personale dell'esercito e dell'aeronautica altamente specializzato, nella base di Amari. "Le tante incursioni aeree che vi sono state, con violazioni dello spazio aereo, dimostrano quanto la presenza di una vigilanza attiva, efficace, efficiente come quella che voi assicurate, è preziosa per garantire la pace". Da qui erano partiti lo scorso 19/09 due caccia italiani, dopo che tre jet militari russi avevano sorvolato lo spazio aereo estone. La presenza del Capo dello Stato assume un alto valore simbolico in un contesto difficile, ma soprattutto ribadisce la posizione italiana sull'Ucraina. .























