È il primo passo di una procedura di infrazione, spiega Ursula von der Leyen, commentando l'invio di una lettera di messa in mora nei confronti del Regno Unito, con cui la Commissione contesta a Londra di aver violato l'accordo di uscita firmato meno di un anno fa. Oggetto del contendere il progetto di legge presentato da Boris Johnson sul mercato interno britannico, nella parte che riguarda il Nord Irlanda. L'Ulster dovrebbe infatti rimanere dentro l'unione doganale europea per evitare il ritorno di una frontiera fisica con la Repubblica d'Irlanda, così da rispettare gli accordi del Venerdì Santo, ma Johnson, con il contestato Internal Market Bill, punta a mantenere l'integrità del Regno Unito, una mossa che mette a rischio la pace tra le due Irlande, la credibilità di Londra e soprattutto le trattative sul futuro accordo commerciale. L'Unione Europea resterà al tavolo fino all'ultimo giorno. Noi crediamo nella buona… nelle buone ragioni di un accordo, però, naturalmente, per avere un accordo non si possono mandare in soffitta gli accordi precedenti unilateralmente. Questo non è accettabile. Ora Londra ha un mese per rispondere. “Lo faremo a tempo debito”, commenta il Governo britannico ostentando tranquillità, mentre la lettera della Commissione plaude l'esecutivo irlandese. In teoria il Regno Unito potrebbe anche finire davanti alla Corte di giustizia europea, ma i tempi sarebbero comunque molto lunghi e, dunque, si tratta perlopiù di una mossa politica per cercare di forzare i negoziati, in un momento in cui lo spettro di una hard Brexit a fine anno diventa sempre più concreto.