Affrontare la sconfitta e voltare pagina. Non è prevista una conferenza stampa ma il premier Draghi e la ministra Cartabia, chiudono con queste parole e con l'annuncio di una riforma dell'Ordinamento Penitenziario, la visita nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Teatro dei gravissimi pestaggi ai danni dei detenuti, il 6 aprile 2020. Una vera e propria spedizione punitiva, che ha poi portato alle oltre 50 misure cautelari e agli oltre 100 indagati, nell'ambito dell'inchiesta della procura che si chiuderà probabilmente a fine luglio. "Oggi non siamo qui a celebrare il trionfi o successi. Ma piuttosto ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte. Le indagini in corso ovviamente stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare. Non può esserci giustizia dove c'è abuso". Mai più violenza è l'impegno assunto davanti ai detenuti dalla ministra Cartabia, che ha anticipato varie proposte. Di tipo normativo, con più pene alternative, nell'edilizia e sul personale, con assunzioni e formazione permanente. "Mai più violenza. Lo abbiamo detto con forza e lo ripetiamo anche qui. Quegli atti sfregiano la dignità della persona umana, che la Costituzione pone come vera pietra angolare della nostra convivenza civile. L'obiettivo dichiarato è quello di voltare pagina in un sistema che però, da molti anni, accumula drammi e problemi. Ultimo, in ordine di tempo a Santa Maria Capua Vetere, i trasferimenti dei ristretti pestati fuori regione. Come evidenziato dai garanti dei detenuti Emanuela Belcuore, Pietro Ioia e Samuele Ciambriello. "Sono stati trasferiti in 11 carceri d'Italia. Partendo da Modena, Perugia, Spoleto, Civitavecchia, Palmi, Vibo Valentia, Palermo. Questo non è un modo per tutelarli". Il premier ha incontrato anche gli operai Whirlpool, che hanno protestato davanti al carcere contro il licenziamento collettivo. Si è impegnato a seguire da vicino il dossier.