Entrambi giurano di aver parlato solo dei problemi di Roma, ma quel 19% è un po' il convitato di pietra. Resta una manciata di giorni per provare ad assorbire i voti presi al primo turno da Virginia Raggi. "Il sindaco è stato molto, molto collaborativo, nel senso che ha illustrato tutto quello che lei ha realizzato, indicandomi le priorità e soprattutto alcuni punti critici. Noi non facciamo accordi di palazzo". "Assolutamente nessuna indicazione di voto, le persone non sono mandrie da portare al pascolo, ognuno si farà la sua idea". Lei vorrebbe ci fosse continuità tra la sua amministrazione e quella in arrivo, chiunque vinca precisa, per questo ha voluto incontrare il candidato del Centrodestra e lunedì accoglierà in Campidoglio l'altro sfidante, Roberto Gualtieri. Lavoro, infrastrutture periferie, Expo 2030 i temi sul tavolo assieme al caffè. Non il bacino elettorale della Raggi, 11% dei 5 Stelle e 8% delle sue liste civiche. Il sindaco uscente continua a dirsi equidistante, anche se il leader del movimento, Giuseppe Conte, ha già fatto sapere che non può esserci compatibilità con le politiche della Destra, un quasi endorsement per Gualtieri, che nel frattempo gira le periferie, grandi assenti ai seggi al turno e prepara la chiusura elettorale in piazza San Giovanni. "Sosterrò Gualtieri, perché Gualtieri, diciamo, io lo conosco molto bene Roberto, abbia lavorato insieme al Governo, una persona di grande valore, di grande qualità, un grande tecnico e credo che sia il sindaco giusto per Roma".