Gli applausi di un Parlamento, che ha visto comunque molti assenti, hanno coperto ma non cancellato le voci. poche di dissenso, che dicono No alla presenza di Zielinski e No all'invio di armi all'Ucraina. A dare un volto e un nome a questo No è Vito Petrocelli, Movimento 5 Stelle, Presidente della Commissione Esteri del Senato; che ora annuncia di essere pronto a non votare più la fiducia al Governo su qualsiasi provvedimento. Diventiamo interventisti, non è accettabile ed è la goccia che fa traboccare il vaso dice; Italia Viva ne chiede le dimissioni ma è lo stesso Giuseppe Conte isolarlo. Con queste affermazioni si pone fuori dal Movimento, dice il Leader dei 5 Stelle, che sottolinea così, il discorso del Presidente ucraino. "Ha fatto un discorso accorto, equilibrato è risuonata spesso l'invocazione di pace. Ha tutto il nostro appoggio, quindi continuiamo ad esprimere massimo solidarietà alla popolazione ucraina, grande disponibilità all'accoglienza e soprattutto grande sostegno in questo percorso di pace." Matteo Salvini, Segretario della Lega, ribadisce "Parole finalmente di pace, il fatto che la giornata sia cominciata con una telefonata, con il Santo Padre, è di buon auspicio. Perché l'uomo di Stato che più di tutti al mondo sta lavorando convintamente, esclusivamente, per la pace è Papa Francesco. Quindi parole di pace oggi in aula, speriamo che vengano raccolte." Il Leader leghista invece è freddo con Mario Draghi, fatico ad applaudire quando si parla di invio di armi. Per Giorgia Meloni quello del Presidente Zielinsky al Parlamento italiano è l'intervento di un Leader europeo, che parla al cuore e ai valori della nostra comune civiltà. Enrico Letta, segretario PD, attacca vengo, non vengo ad ascoltare Zielinsky un'indecoroso balletto tuona, una scelta disonorevole.























