Si è spento il più bravo, il più famoso, il migliore. Colui che è stato in grado di dare forma artistica sperimentale piatti della console. Il mondo del clubing si unisce sui social in un unico coro per rendere omaggio a Claudio Coccoluto, il DJ di fama internazionale, amato, venerato, imitato e difficilmente raggiunto. Si spegne nella sua casa di Cassino, all'età di 59 anni, dopo aver combattuto invano contro una lunga malattia. Originario di Gaeta, da piccolo, è nel negozio di elettrodomestici del padre, ascoltando Raffaella Carrà, che si era avvicinato alla musica, passando poi per il debutto come speaker radiofonico, fino al punto più alto della sua carriera, quello che lui ricordava con grande orgoglio: la serata alla Sound Factory di New York nel 1991. Maestro nel filone dell'elettronica underground, fondatore del GoaClub, unica discoteca italiana ad entrare nella classifica delle migliori al mondo. È il suo socio e amico Giancarlo Battafarano a ricordarlo come un maestro, un artista fuori dal coro. La sua voce instancabile l'aveva fatta sentire anche durante il lockdown, ricordando come il mondo del clubing fosse una risorsa fondamentale per i movimenti giovanili e desse lavoro a migliaia di persone.