Un attore mascolino ed enigmatico: lo hanno descritto spesso così nel corso degli anni, James Caan, chiamato dagli amici Jimmy. É morto all'età di 82 anni. Sarà stato per quel ruolo indimenticabile e di quelli che ti segnano, non solo la carriera, ma anche la vita, che per molto tempo venne anche considerato italo-americano. Invece lui, che è stato appunto Sonny, il figlio maggiore e rissoso di Don Vito Corleone ne "Il Padrino", aveva in realtà origini tedesche. Cresciuto nel Bronx di New York a pane e sport, dal football a karate, a rodeo, l'università non portata a termine, gli cambia comunque la vita. É proprio in uno dei corsi di facoltà che incontra e diventa amico di un altrettanto giovanissimo Francis Ford Coppola che, appunto, lo vorrà nel film che compie ora 50 anni. E che gli regalò anche una candidatura come miglior attore non protagonista. Una carriera di alti e bassi, scostante direbbero i critici, un po' forse come il suo carattere, ombroso. Probabilmente però, solo all'apparenza. Molti film come El Dorado con John Wayne o Funny Lady con Barbra Streisand, per arrivare ai più recenti City of Ghost and Dogville. In mezzo, alcuni flop e un altro grande successo: quel Misery non deve morire, in cui ebbe una delle rare occasioni per mostrare al pubblico le sue doti interpretative, lontano dal cliché in cui era, suo malgrado, entrato. Lo sottolinea proprio il suo storico manager che, confermando il decesso, ma senza fornire dettagli sulla causa, ha voluto specificare quanto l'uomo fosse, non solo uno dei migliori attori che il nostro settore abbia mai visto, ma era anche divertente, leale, premuroso e amato.























