L'arte ce l'aveva nel sangue, la recitazione nel destino, di Michel Piccoli, nato a Parigi nel 1925 da genitori musicisti, si può semplicemente dire che è stato una delle icone più storiche del cinema francese, un mostro sacro, osannato, rispettato, amato. L'attore, regista, sceneggiatore, produttore, tra gli interpreti favoriti di Bunuel, si è spento a 94 anni e l'annuncio è stato dato dalla moglie e figli a 6 giorni dall'effettiva scomparsa, avvenuta lo scorso 12 maggio, monumento di una cinematografia che lo vede lavorare con tutti gli autori della nouvelle vague, da Chabrol a Sautet, una carriera durata oltre 70 anni votata anche al teatro e alla televisione, oltre che al cinema. Se accettassi questo lavoro lo farei per te e solo per far cambiare opinione su di me. Tra i suoi film più famosi, Il disprezzo di Jean Luc Godard, con Brigitte Bardot o L'amante di Cloude Sautet, amato però anche dei nostri registi italiani, lo troviamo ne La grande abbuffata di Marco Ferreri, Salto nel vuoto, Palma d'oro a Cannes, nel 1980 di Marco Bellocchio e più recentemente in Habemus Papam di Nanni Moretti, che gli valse anche, nel ruolo del Pontefice in crisi, un nostro David di Donatello. Che lavoro fa? Cosa faccio? Attore straordinario, ha saputo passare indenne attraverso lo scorrere del tempo e le mode cinematografiche, motivando sempre le sue scelte con acume impegno e sensibilità.