Nato 250 anni fa, ma magnificamente attuale. Ricordiamo l'anniversario di Ludwig van Beethoven con Simone Bernardini, un italiano nei violini primi dei Berliner Philharmoniker, orchestra tedesca e universale, proprio come Beethoven. “Un gran padre, allo stesso tempo autore di grande affetto, ma anche di grande rigore. Beethoven ci ha sentito sempre peggio durante tutta la vita, quasi si potrebbe immaginare che a volte nella sua musica lui scrive come sentirebbe lui. Quando si parla di ricchi contrasti, anche di dinamiche, potrebbe essere anche una traduzione di questi sbalzi di umore dovuti a questo mal sentire. L'emozione è inevitabile. C'è sempre un grande sentimento molto umano sotto ogni sua nota. Andava già alla ricerca di questi estremi nei quali oggi... con la musica contemporanea siamo abituati alla ricerca di queste estetiche, invece Beethoven era veramente un visionario, era veramente molto in anticipo”. Per la pandemia, Beethoven quest'anno non ha avuto le celebrazioni musicali che avrebbe meritato. “Chissà se un invito a posticipare e rifarlo in un modo diverso...” Sale chiuse, ma la musica continua in rete. I Berliner proseguono la loro stagione sulla Digital Concert Hall. “Quando c'è una difficoltà nel mondo c'è bisogno di arte e cultura”.