E' il centenario della nascita di Leonardo Sciascia, intellettuale controcorrente, siciliano e internazionale, scomparso nel 1989 e sono 60 gli anni passati dalla pubblicazione del suo primo romanzo, "Il giorno della civetta". -Ci sono gli uomini veri, i mezzi uomini e gli uominicchi e poi, mi scusi, i ruffiani e l'ultimo, come se non ci fossero, i quaquaraquà. "Il giorno della civetta" è una storia di mafia, denuncia la mafia, è stato il primo romanzo a denunciare la mafia, ma Il giorno della civetta ci parla di quello che avviene ogni giorno sotto i nostri occhi, la Sicilia come metafora, come aveva detto il mio nonno. E' questo che ha impedito alla Sicilia di andare avanti: il credere che il mondo non potrà mai essere diverso da come sta ora, siccome questa sfiducia nelle idee, anzi, questa mancanza di idee ormai si proietta al futuro, In questo senso per me la sicilia è diventata la metafora. Fabrizio Catalano, nipote dell'autore, coordina le iniziative del centenario per la Fondazione Sciascia. -Credo che Sciascia sia da ricordare perchè mancano oggi voce indipendenti.