Una festa, una gioia, l'emozione di celebrare la magia del cinema. Un cinema che, anche in Italia, si fa più internazionale, più femminile, più ambizioso. I David di Donatello premiano Io Capitano di Matteo Garrone con sette statuette tra cui miglior film e miglior regia. Una storia che parla, come dice il regista, di eroi moderni. "In qualche modo questo film mi auguro che possa aiutare anche dei giudici a capire che i veri trafficanti di esseri umani non stanno su quelle barchette lì, ma quelli sono eroi, capitani coraggiosi, vittime di un sistema". E se Paola Cortellesi, ridendo sopraffatta dall'emozione, racconta di come la regista del film, lei stessa, l'abbia raccomandata per fare la protagonista, vince sei David di Donatello, tra cui miglior esordio alla regia per C'è ancora domani. Imperdibili lei ed Emanuela Fanelli, migliore attrice non protagonista. "No bellissimo, dai ragazzi, che posso dire? Quanto sono emozionata, che bello, è una cosa incredibile e non ho altro da... Cioè non ho altre cose interessanti da dire. Se poi vogliamo parlare, non lo so, di fiumi navigabili, allora". "Ma tanti". "Più de noi me sa". "Una domanda, signora Cortellesi, come si sente ad essere così straordenaria?". "Straordenaria". "Come si fa?". "Ma non lo so se si può essere più straordenarie di me". "Non credo". "Non credo, ma anche lei è piuttosto straordenaria". "Poco poco, non tanto tanto". "È bello che lei ha tolto un pochino di questa e ha fatto uscire un pochino di spalla". "Si perché comunque magari ci vede qualcheduno e rimedio, che ne sai". Rapito di Marco Bellocchio vince cinque David. Palazzina Laf tre, tra cui attore protagonista e non per Michele Riondino ed Elio Germano a discapito quello che lo stesso Riondino diceva prima della cerimonia. "Nel film sei più bravo tu o è più bravo Elio Germano?". "È sempre più bravo Elio Germano, sempre. Non ce n'è, non ce n'è per nessuno". Un cinema che guarda al presente per provare a capire meglio il futuro, con una cerimonia che si è svolta a Cinecittà, perché senza il passato non si va mai da nessuna parte.