Giovane e bella. La Fondazione Beyeler compie 25 anni. Arrivare qui è già una sorpresa, immersa com'è nel verde di Basilea, luminosa e ampia, frutto del genio di Renzo Piano. Uno scrigno di tesori voluto da Ernst Beyeler, gallerista tra i più importanti del '900, che aveva deciso di conservare qui la sua imponente collezione. Per l'occasione fanno bella mostra di sé un centinaio di capolavori, un compendio di opere che è come un giro di giostra nella storia dell'arte. Sono oltre 30 gli artisti rappresentati e l'occhio non fa in tempo a inquadrare un Picasso, che già sbuca un Warhol. Più avanti un Monet, un Giacometti, poi Rothko, Cezanne, Bacon, Matisse. "È una rappresentazione cronologica. L'idea era proprio di aprire un panorama della collezione che fa vedere, diciamo, gli inizi delle acquisizioni che erano ancora fatte da Ernst e Hildy Beyeler, i nostri fondatori, fino alle acquisizioni molto recenti, soprattutto anche nell'arte contemporanea". Ti guardi intorno e intanto ti confondi, rapito da tanta bellezza, mentre capisci che c'è una mostra nella mostra, una retrospettiva del scultore iperrealista statunitense Duane Hanson, che punteggia la Fondazione con le sue creazioni, 13 in tutto. Raffigurano uomini, donne e bambini alle prese con la vita quotidiana. Alcuni di loro sono personaggi emarginati, che vivono in situazioni di disagio, oppressione, povertà, messi in un dialogo artistico con i grandi maestri. Un altro dono che arricchisce e completa la mostra del giubileo della Fondazione Beyeler.























