Pavana è un paese sull'Appennino tosco-emiliano, è la Macondo di Francesco Guccini. Lì sono “Le radici”, che è il titolo del suo ultimo album, lì ha inventato il suo ultimo mémoire. “C'è più nostalgia o più malinconia nel suo racconto?” “Non c'è nostalgia perché nostalgia sarebbe rimpiangere una cosa che è un mondo molto diverso di quello di adesso e più scomodo di quello di adesso”. “E' una settimana un po' particolare, tra lume e scuro. In una zona, diciamo, indefinita si trova anche la sua regione, l'Emilia Romagna”. “Non sono un fan di Salvini. Domenica ci sono le elezioni e sono un po' ansioso”. “Lei pensa che gli emiliano-romagnoli siano cambiati in questi anni?”. “Cambiati sì, sicuramente, ma non saprei neanche dire come. Sono cambiati perché è cambiato il mondo”. “Dal manifesto di diverse generazioni, l'eskimo, alle Sardine”. “Ma tu non sei cambiata di molto” “Per citare una sua canzone potrei dirle: ma tu non sei cambiata di molto”. “Sono cambiato di molto. Dicevo a mia moglie che nella metà degli anni '60 noi, un gruppetto di amici bolognesi, eravamo tutto sommato Sardine in nuce. Le Sardine mi sono piaciute perché, senza cappelle politiche che le proteggono contro una propaganda becera fatta alla pancia, populistica, domenica a Bologna c'erano 40 mila persone in piazza. E' stato un bel respiro di sollievo, una pioggia dopo un grande periodo di siccità o, viceversa, come un sole che ritorna a splendere dopo un periodo di brutto tempo”.























