"Ripartire dai libri" è slogan scelto quest'anno da "Io leggo perché", l'iniziativa per promuovere la lettura arrivata la sesta edizione. "Si può e si deve ripartire dai libri. Perché i libri sono la cosa più importante da fare trovare a un ragazzino e ovviamente il luogo dove tutti i ragazzini, indipendentemente dalla famiglia da cui provengono, possono trovare i libri è la scuola. Trovare libri è importantissimo, è importantissimo per il loro percorso scolastico, è importantissimo per il loro futuro perché se leggono diventeranno cittadini più consapevoli, e se sono cittadini più consapevoli forse sapranno anche cambiare il mondo". Un'iniziativa che è anche una sfida, quella di riuscire a riempire le scuole di libri. "Sappiamo che le scuole non hanno tanti soldi, quindi questa è la ragione per cui abbiamo inventato un'iniziativa in cui tutti possono contribuire volontariamente, andare in libreria e prendere un libro piccolo o grande e donarlo a una scuola". Il numero delle scuole che aderisce a "io leggo perché" è sempre in crescita. Quest'anno si sono iscritti oltre 20 mila istituti, più del 50% dello scorso anno, dice con orgoglio la vice presidente. Sempre più scuole hanno voglia di avere libri e questo è un modo per ottenerli. "Noi abbiamo approvato una norma, durante la pandemia, che ha consentito di erogare alle biblioteche 30 milioni di euro. Poi sono state fatte due volte, quindi 60 milioni di euro per comprare i libri, purché i libri si comprassero nelle librerie del territorio. E questa norma siamo riusciti a renderla permanente nella legge di bilancio, quindi resterà strutturale ogni anno". Nelle prime cinque edizioni sono stati acquisiti 1 milione e 400 mila libri, con 3 milioni e mezzo di bimbi coinvolti. Decisamente un bel risultato. "Io leggo perché mi porta speranza".