È morto all'età di 98 anni lo stilista Pierre Cardin di origini italiane, ma naturalizzato francese ha segnato con il suo stile sempre proiettato verso il futuro la storia della moda del Novecento. Avanguardistico, sperimentale gli aggettivi che immediatamente lo connotano, tanto che è stato definito il creatore della moda futurista. Le sue collezioni nascevano dal continuo immaginare come ci si vestirà un domani. Sono un esempio i vestiti in pvc, gli occhiali a mascherina, gli stivali di vernice. Innovativo a 360 gradi nella sua moda, ma anche nelle sue scelte. Primo stilista ad entrare nel mercato giapponese, a creare una collezione low cost per i magazzini francesi Printemps, inaugurando di fatto il prêt-à-porter, primo stilista sfilare sulla muraglia cinese, nella piazza Rossa o nel deserto, ma anche il primo a presentare in uno spazio suo, Lieux Espace Cardin. Nato il 2 luglio del 1922 in un piccolo Paese nel trevigiano, di umili origini è costretto con la famiglia a trasferirsi in Francia per sfuggire alla povertà. A 14 anni inizia il suo apprendistato come sarto e subito dopo la seconda guerra mondiale approda a Parigi, prima nell'atelier di Elsa Schiapparelli e poi da Christian Dior, contribuendone al successo. È il 1950 quando fonda la maison che porta il suo nome, il 1953 quando presenta la sua prima collezione couture, un trionfo. Grande il suo contributo nella democratizzazione della moda, intuisce che lo stile è nella strada e rompendo i rigidi schemi dell'haute couture, disegnò una collezione a portata di tutti. Creativo e visionario, ma anche abile imprenditore. Il suo nome è sinonimo di un brand leggendario legato a vestiti, profumi, porcellane, design. Nel 1981 diventa azionista del celebre ristorante francese Maxime moltiplicando le sedi in tutto il mondo e nel 2001 acquista e restaura i ruderi del Castello dove visse il marchese de Sade per organizzare ogni estate un festival di musica per giovani talenti. Designer, ma anche mecenate, da sempre vicino agli artisti emergenti. "Per me l'abito è un'opera d'arte" diceva, "chi lo indossa diventa una scultura anche se il fisico ha qualche imperfezione. Conta solo il vestito. Il corpo è un liquido che prende la forma del vaso".