L'uomo che impacchettava il mondo se n'è andato. Christo Javacheff è morto nella sua casa di New York, dove aveva vissuto ben oltre i 50 anni dei suoi 84 di vita. Con lui si rinnovava ogni volta l'appuntamento con lo stupore. Il prossimo doveva essere a Parigi, a settembre del 2021. L'arco di trionfo ricoperto di 25000 metri quadrati di polipropilene. Questo il progetto che, secondo la sua volontà, verrà comunque realizzato. L'opera e la vita di Christo sono state legate a doppio filo con quelle della sua amata Jeanne-Claude fino alla morte di lei nel 2009. I due si erano conosciuti a Parigi alla fine degli anni 50, dopo la fuga di Christo dalla Bulgaria comunista. Insieme avevano girato il mondo, realizzando ciò che sembrava impossibile soltanto sognare. Rivestire di teli il Palazzo del Reichshtag a Berlino, invadere di veli arancioni Central Park, a New York, sistemare Mastaba, un colosso galleggiante fatto di coloratissimi barili sul lago artificiale di Hyde Park nel cuore di Londra. Opere meravigliosamente inutili come Christo stesso, provocatoriamente, le definiva, totalmente finanziate dall'artista grazie alle vendite dei bozzetti, degli schizzi, dei progetti dei suoi lavori. È stato così anche per il folgorante the Floating Piers, la passerella galleggiante che per due settimane nel 2016 ha macchiato di giallo il lago d'Iseo. “La bellezza, la scienza e l'arte trionferanno sempre” scriveva Christo in una lettera, nel 1958. Probabile sintesi della sua grande eredità artistica.