"Devo dire che ci sono poche realtà che ho incontrato che hanno una varietà così ampia di festival cinematografici. La Valle d'Aosta non ha più un festival molto grosso come era Coumayeur in Festival. Non è più sede delle "grolle d'oro" com'era negli anni Ottanta. Però a questi due blocchi grossi ha sostituito un insieme di festival che forse sono anche più radicati sul territorio e che soprattutto hanno il vantaggio di raccontare le tante anime del cinema, che si tratti di film musicati dal vivo o cinema di montagna, che sia il cinema di frontiera documentario o il cortometraggio per i bambini. Forse il turista che viene in Val d'Aosta non cerca le Star e forse il popolo valdostano, che di natura è riservato come lo sono tutti i montanari, non ha neanche così tanto piacere di avere le Star. Quando arrivano siamo contenti, quando queste raccontano il nostro territorio lo siamo ancora di più, quando la produzione Marvel è venuta qui al Forte di Bard o più recentemente quando Van Groeningen ha girato le sue Otto Montagne o ancora nel recente passato i film italiani che in qualche modo son girati qui, certo che siamo contenti. Però non è questo che racconta l'anima valdostana. Spero che i festival valdostani continuino, che crescano, che continuino ad avere questa dimensione, non solo locale, ma internazionale che è essenziale a far crescere culturalmente questa regione ma anche a metterla in contatto con le realtà limitrofe. Il fondovalle anche nella Val D'Aosta è stato raccontato molto bene dalle produzioni cinematografiche e anche dalle serie televisive. Le tante valli che compongono questa regione. Valli che hanno caratteristiche molto diverse. Penso che questa varietà sia uno degli elementi che ha attirato di più le produzioni cinematografiche e che in prospettiva le potrà attirare ancora di più.