Mancherà come una persona di famiglia. Se n'è andata Raffaella Carrà, portando via con sé la sua risata inconfondibile e il suo caschetto biondo. Aveva 78 anni e di tanto in tanto faceva ancora capolino dalla TV. Proprio grazie a quella scatola magica, per lunghe stagioni di un tempo in bianco e nero, poi diventato a colori, si è fatta conoscere. C'ha fatto compagnia, è diventata un'icona sexy, donna di successo con uno stile tutto suo. Ballava e cantava come le soubrette internazionali, eppure era partita da Bologna, Raffaella Maria Roberta Pelloni. Famosissima in Spagna e in tutto il Sudamerica, conosciuta negli Stati Uniti, apprezzata per la sua professionalità, la simpatia e l'energia che l'hanno sempre accompagnata, era la Raffa Nazionale. Tiziano Ferro le ha dedicato una canzone, Paolo Sorrentino ha voluto un suo brano remix ne La Grande Bellezza, il suo film da Oscar. Dal titolo di un suo programma è nato il termine "Carrambata". È stata la prima artista italiana a dare scandalo scoprendo l'ombelico, al ritmo del Tuca Tuca, la prima a cantare di amore libero, a contare fagioli in uno show del mattino, davanti a milioni di telespettatori. Non aveva figli Raffaella, ma si occupava con grande dedizione di adozioni a distanza, l'amore era il faro della sua vita. Quando la fiction si chiamava sceneggiato, lei c'era. C'era in qualche film del passato, anche al fianco di grossi calibri, come Frank Sinatra ne Il colonnello Von Ryan. Ha fatto serata con milioni di italiani negli show del sabato sera, in coppia con Mina, Alberto Sordi, Corrado Mantoni, Alberto Lupo o da sola, capace di riempire la scena con naturalezza, di commuoversi e di commuoverci. Proprio come ha fatto, andando via.