Nella sala in cui è conservato Tuthmosi III, abbiamo una serie di Sekhmet. Chi è la dea Sekhmet? Sekhmet significa: la potente. Sekhmet è legata a uno dei miti cosmogonici dell'inizio dell'Egitto, quando il Dio sole Ra, adirato con il genere umano perché non lo rispetta, manda il suo occhio che prende la forma della potente leonessa per punire gli uomini stessi. La leonessa prende sul serio l'incarico che le viene dato, anzi, diventa molto avida di sangue, quindi uccide gli uomini per berne il sangue. Il Dio Ra si rende conto che se la lasciasse andare il genere umano verrebbe a finire, ed ecco quindi che le fa bere, con l'inganno, della birra colorata di rosso, alcune fonti dicono del vino, così lei si addormenta e si ammansisce e quindi il genere umano è salvo. Le statue di Sekhmet, sono quelle che sono più curate, vediamo i dettagli, vediamo la bellezza di questo volto che è stato reso con tutti i dettagli e lo vediamo anche nel resto del corpo. Al museo Egizio abbiamo anche dell'estate di Sekhmet stanti, che sono in genere molto meno rifinite, probabilmente erano ricoperte di intonaco e l'intonaco, poi, aveva anche un suo sviluppo policromo. Da dove provengono così tante Sekhmet? Provengono dal Tempio di Kom el-Hettan, il tempio di milioni di anni fatto costruire da Amenofi III, all'interno di quel tempio vengono fatte una serie di corti e in queste corti vengono poste, su tutti i lati, le statue della Dea Sekhmet. Perché tutto ciò? La Dea Sekhmet, la potente, la Dea leonessa, è vero, è placata, però parzialmente, perché la sua forza, la sua imprevedibilità, potrebbe sempre tornare. Fra l'altro, potrebbe tornare in estate, nel momento in cui la temperatura si alza e sappiamo che la Sekhmet potrebbe spargere di nuovo pestilenze, guerre, malattie e quindi è importante placarla. Amenofi III fa un qualcosa di meraviglioso che il professor Jean Yoyotte ha definito una splendida litania di pietra. Fa erigere una statua Dea Sekhmet, alcune sedute, alcune stanti per ogni giorno dell'anno e fa sviluppare un rituale per rendere mansueta la Sekhmet. Di fronte ad ogni Sekhmet si portano delle offerte e si dice una preghiera, di modo che la Sekhmet possa essere mansueta e possa rimanere docile e spargere concordia e amore nell'Egitto e non più guerra e pestilenza. Quando si risvegliò il sortilegio del Dio Ra, era ormai compiuto, la Dea non era più Sekhmet la divoratrice, la potente leonessa, ma Hathor, la signora dell'amore, della bellezza e la consolatrice dell'umanità. Grazie al perdono di Dio Ra e al potere di Hathor, da quel momento in poi, sul popolo d'Egitto non regnarono più il terrore e la crudeltà, ma l'amore e la gentilezza.